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Enrico Gaudino
Scrivono di lui
“[...] una personalità quale quella di Enrico Gaudino sarebbe venuta rappresentando un punto di riferimento di primaria grandezza e importanza. [...] uno dei contributi più significatamene originali ad un recupero vitale dello sviluppo dell’incisione italiana contemporanea. [...] la sofferta ricerca condotta in oltre un quarantennio di attività, concretasi nell’eccezionalità di un patrimonio d’oltre un migliaio di lastre [...] non potrà non colpire per l’estrema coerenza e chiarezza, il rigore e il coraggio delle scelte.” Giorgio Trentin
“[...] Forse è proprio per questa continua ricerca e attesa del punto in cui la tecnica diventa poesia che gli incisori sono gli artisti più silenziosi della terra, forse quel loro restare appartati è dovuto a quel loro astrarsi nel limbo dei sogni e di visioni di linee, di punti, di morsure, di fissatori che durante il nascere dell’acquaforte si fanno immagini nuove, gioie rinnovate o malinconie smarrite nella memoria. [...] Appassionate e coerenti indagini espressive come quelle di Gaudino incisore, hanno il potere di ricondurci al concetto d’arte-conquista, d’arte superamento d’una materia inerte per farla palpitante “medium” della nostra sensibilità e spiritualità.” Giorgio Mascherpa
“[...] Inoltre gli incisori, a differenza dei cosiddetti artisti “puri”, parlano spesso di mestiere, senza falsi pudori. E il loro, in effetti, è proprio un mestiere: un mestiere d’arte. Perciò Gaudino affila le armi dell’immaginazione inventandosi, giorno per giorno, il proprio mestiere. Il “suo” mestiere di vivere, parafrasando Pavese, piemontese come lui. [...] Dai ritratti ai paesaggi, il mondo di Gaudino viene arricchendosi di atmosfere visionarie, intessuto di filamenti astrali e di evocazioni naturalistiche. Il “corpo” dell’immagine acquista nuove caratterizzazioni metamorfiche, nuovi incantamenti suggestivi, fra luci e ombre intrecciate con estrema perizia. [...] vorrei richiamare l’attenzione sull’espressività “pittorica“ di questi lavori: è un altro modo di osservare le opere grafiche, imparando a scoprire in esse i “colori” dei nostri stati d’animo, della nostra insospettata creatività nel vedere le cose attraverso la messa a fuoco dei sentimenti.” Miklos N. Varga
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